di Giuseppe Longo
Sono passati quasi 90 anni da quel 1929 ricordato non solo per il crollo di Wall Street ma anche per la maxi-gelata che si abbattè con danni gravissimi pure in Friuli.
Quella terribile ondata di freddo, capitata in febbraio cuore dell’inverno, praticamente annientò tutti gli ulivi che punteggiavano le nostre colline.
Poi per molti anni la coltura finì nel dimenticatoio anche perché fino a circa mezzo secolo fa gli inverni erano molto più rigidi di oggi e quindi gli insuccessi sarebbero stati sempre in agguato.
Ma negli ultimi decenni le condizioni climatiche sono totalmente cambiate, tanto che le giornate di gelo vero, con diversi gradi sottozero, tra gennaio e febbraio si contano sulle dita di una mano o poco più.
E anche la grave brinata tardiva del 21 aprile 2017 è ricordata come un fatto del tutto eccezionale.
Un clima dunque più mite che ha incoraggiato a riprendere la coltivazione dell’ulivo in tutta la zona collinare, da Tarcento e Nimis fino al Cividalese e all’Isontino per poi giungere al Carso goriziano e triestino, e pure in diverse aree pianeggianti: una vera e propria rinascita per questa affascinante coltura, grazie anche all’introduzione di varietà più adatte a queste latitudini.
Ovviamente, le produzioni sono ancora limitate, di nicchia sarebbe più opportuno dire, tanto che non è il caso di attardarsi sui numeri.
La qualità invece è ottimale e suscettibile di ulteriore miglioramento.
E in mezzo a tutto questo c’è Oleis che forte del suo toponimo, che riporta proprio alla tradizione della tipica coltura mediterranea famosa soprattutto sulla sovrastante collina di Rosazzo, da ben 14 anni ci propone l’invitante appuntamento di “Olio e dintorni”.
Così, tanto per soffermarci sulle principali iniziative, ricordiamo che domani, domenica, alle 10.30, nella cornice di villa Maseri, si terrà l’interessante convegno “1993-2018: 25 anni di ricerca sulla qualità degli oli del Nord Est alla luce dell’evoluzione della normativa” curato dal professor Lanfranco Conte dell’Università di Udine e moderato dall’agronomo Giovanni Cattarruzzi.
L’incontro sarà concluso da una relazione sui test sensoriali riguardanti gli oli del Friuli Venezia Giulia – e qui ci si potrà rendere conto del livello qualitativo raggiunto -, della Croazia e della Slovenia, come dire l’Istria e la costa più meridionale, in particolare quella fiumano-dalmata.
L’analisi sensoriale si terrà invece oggi, a partire dalle 14.
Sempre domani, a mezzogiorno, l’attesa consegna del Premio Olio dell’Abbate all’azienda produttrice di extravergine selezionata con la collaborazione dei Laboratori dell’Istituto Agrario Paolino d’Aquileia di Cividale, dell’Ersa Fvg , del Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali dello stesso Ateneo friulano e dello Studio tecnico Giovanni Cattaruzzi.
E per concludere ricordiamo che proprio stamani, alle 11, sempre a Villa Maseri c’è l’importante convegno sulla Ribolla, altro vanto delle colline friulane pure in piena ripresa produttiva, proprio come l’olio d’oliva Made in Fvg.
Al microfono Adriano Del Fabro, Paolo Sivilotti e Piergiorgio Comuzzo, Fabijan Muzic e Marco Stocco.
Moderatore Claudio Fabbro. Al termine degustazione guidata di Ribolle del territorio.
Un ulivo in piena fioritura sulle nostre colline.